Prevenzione: conoscere, controllare o curare i fattori di rischio cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia, con circa 240 mila decessi l’anno, e nel mondo occidentale, con circa 15 milioni di morti all’anno
Da tempo sono state individuate cause predisponenti, che definiscono i cosiddetti fattori di rischi cardiovascolari, qui di seguito troverete elencati quelli più importanti:
L’aterosclerosi
L’aterosclerosi, cioè la formazione di placche di colesterolo nelle arterie, è la causa principale per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. Queste placche, depositandosi progressivamente all’interno delle arterie, ostruiscono il passaggio del sangue, riducendo quindi l’apporto di ossigeno e di sostanze nutritive a cuore, cervello e reni, oltre che ad altri organi e tessuti dell’organismo.
La familiarità per eventi cardiovascolari
Esistono fattori di rischio a volte ereditari, come la familiarità per eventi cardiovascolari (genitori o parenti che hanno sofferto di episodi infartuali, che sono stati sottoposti ad angioplastica coronarica o ad intervento di bypass aorto-coronarico).
Ci sono predisposizioni familiari all’ipertensione arteriosa, alla dislipidemia, al diabete, che devono esser prese in considerazione quando si contatta il Cardiologo per valutare se esistono le condizioni per intraprendere delle cure vere e proprie o solo adottare azioni, alimentari o comportamentali per poter prevenire che situazioni predisponenti sfocino in una condizione di vera patologia.
Il fumo
Oltre ai rischi derivanti da un regime alimentare scorretto, Il fumo è sicuramente uno dei fattori di rischio, dovuti al nostro comportamento, più importanti per favorire l’insorgenza delle malattie cardiovascolari. La aspettativa di vita di un fumatore è otto anni inferiore a quella di un non fumatore chi fuma ha una probabilità doppia di essere colpito da infarto rispetto a chi non fuma affatto. Inoltre è risaputo come i fumatori abbiano una probabilità dieci volte superiore di essere colpiti da cancro ai polmoni.
Rischi Cardiovascolari: Dislipidemia
La Dislipidemia è la presenza di valori eccessivi di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Soprattutto elevati valori di Colesterolo hanno dimostrato di favorire maggiori eventi cardiovascolari. Delle varie frazioni del Colesterolo, quello LDL (cosiddetto “cattivo”) quando superiore ai 130 mg/dL, è il più correlato a eventi cardiovascolari avversi; occorre quindi controllarlo periodicamente e, se oltre i valori di soglia, rettificare le abitudini alimentari o considerare il trattamento farmacologico se dovesse eccedere particolarmente oltre i valori di normalità.
Obesità
L’obesità è spesso conseguenza diretta di cattive abitudini alimentari; è favorita da uno stile di vita sedentario. Comunemente si utilizzano due indicatori per determinarla:
- l’indice di massa corporea (body mass index, BMI)
- la circonferenza della vita e dei fianchi.
Un accumulo di grasso intorno alla vita è rischioso per l’insorgenza di malattie cardiovascolari. L’indice di massa corporea si ottiene dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri).
Una persona si definisce:
- sottopeso, se ha un BMI minore di 18,5
- normopeso, se il suo BMI è compreso tra 18,5 e 24,9
- sovrappeso, se il suo BMI è compreso tra 25 e 29,9
- obeso, se il suo BMI è uguale o superiore a 30.
La circonferenza vita deve essere misurata appena sopra l’ombelico. Viene considerata favorevolmente se è inferiore a 94 centimetri negli uomini e 80 nelle donne.
Sedentarietà
È una delle problematiche crescenti della nostra società. Per motivi disparati, sempre meno persone si preoccupano di svolgere con regolarità attività fisica. Tali soggetti che fanno poco movimento, dunque sedentari, hanno un rischio doppio di subire un attacco cardiaco e tre volte maggiore di morire a seguito dell’attacco rispetto alle persone che svolgono regolarmente attività fisica
Il controllo della Pressione Arteriosa e della frequenza cardiaca è sempre migliore dopo che si è intrapreso un protocollo di regolare attività fisica.
Utile dire che anche il diabete è meglio controllato seguendo regolarmente un regime di vita attivo.
Diabete
Il diabete è una patologia cronica che causa elevati valori di glucosio nel sangue, responsabili a loro volta dello sviluppo di lesioni delle arterie che sono alla base delle principali malattie cardiovascolari. Malattie delle arterie periferiche, infatti, aumentano di due-quattro volte il rischio di malattia coronarica e cerebrovascolare.
In pazienti diabetici si osserva:
- la riduzione della sintesi di ossido di azoto con conseguente difetto dell’azione vasodilatativa.
- l’aumento di proteine infiammatorie e di fattori trombogeni.
Inoltre, la glucotossicità e la lipotossicità associate al diabete favoriscono la liberazione di citochine proinfiammatorie e quindi il mantenimento di una condizione infiammatoria cronica responsabile di un danno endoteliale, cioè della parete dei vasi arteriosi.
Il diabete aumenta di 2-5 volte il rischio di avere un evento ischemico cardiaco o cerebrale. Con una probabilità del 60% di esito fatale per chi incorre in questi eventi. Il 50% dei pazienti con diabete di tipo 2 ha una malattia coronarica. Ma almeno la metà di questi non manifesta alcun sintomo. Un parametro capace di indicare l’andamento glicemico medio degli ultimi mesi e predire attendibilmente il rischio di mortalità cardiovascolare è l’emoglobina glicosilata, il cui incremento costituisce un fattore di rischio indipendente.
Rischi Cardiovascolari: Insufficienza Renale (IR)
Sono considerati ancora fattori legati a maggior eventi cardiovascolari l’Insufficienza renale e l’iperuricemia Questi fattori di rischio provocano una incidenza maggiore delle malattie cardiovascolari (da due a quattro volte in più per ognuno dei fattori) rispetto ad un individuo in buona salute.
L’insufficienza renale è una condizione particolarmente pericolosa ed insidiosa perché spesso decorre per lungo tempo con pochi sintomi che quando insorgono, spesso, mostrano una situazione che è già stata in qualche modo compromessa.
Semplificando una storia ben più complessa, l’IR è una malattia con diversi livelli di gravità legati alla progressiva compromissione dei reni a svolgere il proprio compito di depuratore del sangue. La malattia può dipendere da varie cause che interessano una degenerazione delle strutture primitive che compongono il rene o da una malattia delle sue arterie o delle sue più piccole arteriole. Le cause possono parimenti essere molteplici, virali, batteriche, degenerative, per cause chimiche o per malfunzionamenti congeniti o secondari a malattie. Il rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari è aumentato nella Disfunzione Renale Cronica iniziale e tende a crescere con il progredire della malattia renale. Quindi il paziente con Insufficienza renale deve essere considerato a rischio cardiovascolare elevato.
Iperuricemia
È stato dimostrato che un aumento anche lieve dell’uricemia si associa a una maggiore incidenza di eventi cardiovascolari. Soprattutto nelle donne e nei sottogruppi ad alto rischio. L’associazione tra acido urico ed eventi cerebro-vascolari è ancora più forte nei pazienti sottoposti a trattamento antipertensivo. È indipendente dai livelli di pressione arteriosa.