Cardiopatia ischemica: quali sono le forme più frequenti?
Una cardiopatia ischemica può essere acuta o cronica, in base alle tempistiche di insorgenza e durata dei sintomi
L’ischemia miocardica, anche detta cardiopatia ischemica, è un’ischemia coinvolgente il tessuto miocardico, dovuta all’instaurarsi di uno squilibrio tra l’apporto ematico in tale sede, e la richiesta di ossigeno da parte del tessuto stesso, che diventa quindi ipossico.
Tra le cause che portano allo squilibrio, la principale è una riduzione parziale o totale del lume arterioso coronarico a cui consegue una diminuzione del flusso sanguigno.
Le forme più frequentemente conosciute di cardiopatia sono:
L’angina pectoris – dolore retrosternale
Questa condizione è determinata dall’inadeguata perfusione del cuore a causa di ostruzioni di una o più arterie coronariche. Si caratterizza frequentemente per episodi di dolore toracico, inizialmente dopo sforzi fisici intensi. L’Angina pectoris può col tempo peggiorare, presentandosi con esercizi fisici più leggeri, e parleremo quindi, nel primo caso, di angina da sforzo ad alta soglia e nel secondo a bassa soglia.
Si parla di Angina a riposo (o spontanea) in quei casi ove si riscontrano episodi di dolore insorgenti anche senza svolgere alcun tipo di attività. Generalmente in queste condizioni, se questi eventi rappresentano il primo sintomo di esordio, il cuore non ha subito danni significativi. Con i trattamenti adeguati si possono prevenire danni al muscolo cardiaco.
Trattamenti:
- Terapia medica
- Angioplastica
- Bypass aortocoronarico
L’infarto del miocardio
L’infarto del miocardio è la conseguenza di un’occlusione, generalmente improvvisa, di una o più coronarie. L’interruzione improvvisa di flusso sanguigno verso un certo territorio del cuore ne provoca la morte cellulare, o necrosi. Tanto più estesa, e tendenzialmente più grave, quanto più esteso sarà il territorio danneggiato.
Da una ventina d’anni è possibile provare a interrompere questo processo spesso fatale se non curato, disostruendo le coronarie occluse mediante la cosiddetta angioplastica primaria. Tecnica di cui si rimanda alle pagine seguenti, ma che essenzialmente è caratterizzata dalla tempestiva rimozione del trombo che ha occluso acutamente la coronaria.